Testimonianze dalla Nuova Zelanda
La Nuova Zelanda è uno dei paesi più lontani del pianeta, ma sebbene la scarsa popolazione sia abbastanza agiata ci sono 4 carceri e altri ne stanno costruendo.
“In Nuova Zelanda quello che ho visto è stata un enorme crescita negli ultimi due tre anni, con la presidenza di Kim Workman si sta andando verso aree che solo dieci anni fa erano un sogno, una visione del comitato.”
Queste sfide da raggiungere si concentrano nelle unità dove alcuni detenuti seguono rituali Maori.
“Credo che abbiamo un ruolo importante ora, di riunire i Maori con la fede cristiana e le prigioni sono veramente il luogo più appropriato dove iniziare, perché i Maori sono gli oppressi, gli emarginati, i senza diritto.”
Dave Te Hira è un volontario della Prison Fellowship e ora lavora come formatore nelle carceri.
“Come la maggior parte dei giovani Maori, ho combinato dei guai tempo fa e sono andato in carcere”
La metà della popolazione in Nuova Zelanda è Maori.
“La cosa più importante e vitale è che loro capiscano che noi apprezziamo la cultura Maori, e come Paolo dice la cultura è buona e di mantenere il valore positivo di una cultura.”
Il progetto Sicomoro ha introdotto il concetto di giustizia riparativa in prigione, riunisce vittime e detenuti
e insieme possono condividere le loro esperienze, parlare del crimine e le sue conseguenze, aiuta le vittime nel processo di guarigione.
“Credo che il Progetto Sicomoro sia il migliore, sia il progetto migliore che io abbia svolto e ho risolto molte questioni della mia vita grazie a questo.”
“Gesù odia il crimine, ma Gesù fermandosi al Sicomoro da Zaccheo ha fatto la differenza.”
Dio ha riscattato le vittime e le ha salvate.
“Potete capire cosa mi ha provocato e mi ha lasciato per il resto della mia vita. La mia vita non è stata più la stessa, nel 1969 ero a Wellington, per studiare come infermiera, 3 mesi dopo fui violentata, era un estraneo. Lo stupro fu terribile.”
“ È tremendo vedere l’impatto del crimine sulle vittime che sono qui ora”
“Ho capito cosa è successo nella vita di un detenuto, cosa lo ha portato in prigione.”
“Alcuni anni dopo a 43 anni, l’ho detto a qualcuno per la prima volta, era Dio, mi invitò a perdonare, mostrandomi che portando rancore mi danneggiavo.”
Nella parte finale si riceve un certificato durante la celebrazione.
“C’è una visione diversa nel guardare le persone che hai offeso. Loro sono davanti a te e non ti puoi nascondere dietro le mura, una sedia oppure qualcun altro, devi guardarli negli occhi e parlargli”
“È stato un lavoro di autoconsapevolezza, vale la pena lavorare su di sé e per gli altri, dare il proprio contributo in un gruppo.”
“Non è proprio così semplice condividere i propri segreti, ferite, paure ma so che quando iniziano, avviano un processo di guarigione. Quando lo Spirito Santo scende da coraggio, forza e sanno che non devono farlo da soli Dio è con loro, che compie ogni passo con loro e che se diventa difficile il Signore li porta in braccio”
Con la Chiesa che supporta gli ex-detenuti e li incoraggia la Prison Fellowship dà loro una chance reale per vivere di nuovo fuori dalla prigione.
L’operazione Gerico fornisce le strutture per sostenerli al di fuori.
L’ex-detenuto Richard Te Han e la moglie Sara sono impegnati in questi progetti.
“Quando sono uscito il mio obiettivo era di tornare in prigione per aiutarli e dirgli come si vive da liberi con
Gesù.”
“Andare avanti nel Signore e continuare in tutto quello che abbiamo ricevuto da Gesù è molto duro, e se non avessimo l’incoraggiamento sarebbe più difficile.”
La cosa più importante è aiutarli quando escono.
“In particolare quando sei cristiano, perché è così facile cadere di nuovo nelle tentazioni, sono più grandi di quando eri dentro.”
“La visione che ho per la PF della nuova Zelanda è che farà da catalizzatore per la rinascita del Cristianesimo in tutta la nazione e che vedremo una rinascita in queste persone, ex-detenuti che hanno il desiderio di cambiare il loro stile di vita e praticare la fede cristiana.”